Stereotipi e sensi di colpa

Ieri, tornando a casa in bicicletta dal lavoro, mi accorgo di avere la ruota posteriore un po’ sgonfia. Accosto in un parcheggio libero davanti a una caserma dei Carabinieri, prendo la pompa dalla borsa, mi accoscio e inizio a gonfiare.

Uno zelante Carabiniere esce dalla sua guardiola, mi si accosta e dice: “cosa sta facendo?” e io penso: “sono prostrato per la mia salat quotidiana al dio della bicicletta”, ma rispondo “mmm?””. Allora lui: “Sta gonfiando la ruota?” e io penso: “no, è un esercizio per tonificare i tricipiti, lei non lo fa?”, ma dico “mm-m”. A quel punto, il Carabiniere incuriosito mi chiede “Era sgonfia?” e io penso “no, gonfio solo le ruote già gonfie, è un mio hobby, lei che hobby ha? Colleziona ovvietà? Scrive testi per il cabaret?”, ma dico “e già…”. “Deve spostarsi” mi dice lui “altrimenti se arrivano a parcheggiare le vengono addosso”. “ottimi piloti, i suoi commilitoni”, penso, “ok”, dico e rassegnato, raccolgo armi e bagagli e mi trasferisco dall’altra parte della strada.

Ho sempre provato una istintiva simpatia per i Carabinieri e uno strisciante senso di colpa ogni volta che raccontavo o sentivo raccontare barzellette ai loro danni… bisognerebbe che però anche loro collaborassero in maniera un po’ meno zelante alla costruzione dello stereotipo di cui sono vittima.

Definitivamente, non sono abbastanza coraggioso (o incosciente) per essere sagace quanto vorrei.

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