Ecco il protagonista di un’altra delle Ere Culinarie di casa Mazzoleni; ricordo che da bambino, in assenza di strumenti concettuali più complessi, catalogavo nella mia mente questo strano piatto come una sorta di lasagna di mare, che preferivo assai alle, ahimè, orride lasagne bolognese della Refezione Scolastica Comunale. Da allora mi è rimasta una grande passione per le uova in camicia (e per la verità per le camicie in generale, forse perché mio nonno Gino mi ripeteva sempre che io c’ero nato, con la camicia) che ancor oggi amo prepararmi per i gustosi brunch delle domeniche in campagna. Il connubio con i pomodori, che devono essere buonissimi, e con la strana consistenza del Pane Carasau bagnato, rende le già sfuggenti uova in camicia ancora più eteree. Vi propongo di accompagnarlo con un bianco di Soave e di brindare al mio suddetto nonno, che molto amava questo vino.
Ricetta tratta da Mangiare è innocente: 30 ricette per i miei primi trent’anni.
Ingredienti
- 4 fogli di pane carasau o di cartamusica
- 4 pomodori maturi
- 4 uova
- 200g di pecorino sardo stagionato grattuggiato
- sale
Preparazione
Pela i pomodori, togli i semi e tagliali a pezzi; mettili in un tegame a fuoco lentissimo e lasciali sobbollire una decina di minuti aggiungendo solo un poco di acqua e sale. Mettete sul fuoco acqua abbondante in una teglia di grandi dimensioni che possa contenere i fogli di pane per intero. Prima che l’acqua inizi il bollore (a circa 70˚) immergi uno dopo l’altro per pochi secondi i fogli, estraili con l’aiuto di due schiumarole, preparali su grandi piatti da tavola, che avrai preparato tiepidi, e cospargili abbondantemente con il pomodoro. Cuoci le uova in camicia, ovvero rompendole nell’acqua bollente una per volta e avendo cura che l’albume formi un camicia intorno al tuorlo che lascerai crudo. Posa un uovo al centro di ciascun pane e copri con il pecorino grattugiato. Servi immediatamente