Non è facile spiegare il perché, ma questo piatto mi riporta all’infanzia: mia madre, come me, è carattere di intensi e brevi innamoramenti per alcuni piatti, per questo io posso ricostruire le fasi della mia infanzia e pubertà con una certa precisione ordinandole per Ere Culinarie. Frugando nel passato ricordo l’Era degli spaghetti con frutti di mare al cartoccio e poi quella del pane Frattau, di cui pià avanti ti parlerò; dopo di questa venne, appunto, quella delle orecchiette, a sua volta seguita, ma vado a memoria, da quella del filetto alla Robespierre e da quella della zuppa di mais e cavolo nero. Tutti piatti cui torno con grande piacere, ma alle orecchiette ancora più volentieri, chissà perché. Lei le cucinava con i broccoli, che hanno il pregio di sopravvivere dignitosamente al surgelatore, ma, se è stagione, che si faccia con le cime di rapa. Con il senno di poi accompagnerei con un bianco di Locorotondo.
Ricetta tratta da Mangiare è innocente: 30 ricette per i miei primi trent’anni.
Ingredienti
- 400g di orecchiette fresche
- 600g di cime di rapa
- Olio extravergine d’oliva
- Pecorino
- Una acciuga sott’olio
- 2 spicchi d’aglio
- Sale e pepe.
Monda le cime di rapa, tenendo solo le foglie più tenere, e lavale bene; mettile in una pentola con abbondante acqua salata e, a ebollizione, aggiungi le orecchiette. Soffriggi delicatamente l’aglio in un grande tegame con abbondante olio, aggiungi al soffritto l’acciuga dissalata e diliscata. A cottura ultimata scola le orecchiette e le cime di rapa e passale nel tegame a fuoco molto vivace. Servi spolverato di pecorino appena grattato