Corso Sempione, lato ovest, dal numero 33 all’Arco della Pace, lunedì mattina: un marciapiede largo, un po’ trascurato nonostante gli edifici magniloquenti che vi si affacciano. Il rumore del tram, alcune battute di Musica Leggerissima che escono dalla porta aperta del bar delle tipe, una Punto sfrizionata sferraglia al semaforo. Una mamma sgrida la figlia che, corsa avanti, attraversa senza guardare, la gente al telefono si sfiora senza vedersi. Una giovane signora stringe al petto un mazzo di fiori bellissimi, chissà cosa festeggia. I camerieri sistemano i tavolini su questa specie di lungomare senza mare, gente di tutte le età corre incellofanata in tutine fosforescenti, biciclette e monopattini sfrecciano attraverso il parterre dell’Arco, scartando la macchina che rumorosamente spazza il selciato ancora bagnato per il temporale di ieri, ignara dell’altro temporale che di lì a poco arriverà.
Di nuovo il tram, il rumore accentuato dai binari in curva: giro l’angolo e la giornata continua. Non so dirvi perché, ma amo la città dove vivo.