L’Armando è tornato

L’armando è tornato.

Eravamo tutti li, ad aspettarlo, e lui è tornato.

Difficile raccontare, a chi non c’era, com’era Piazza Duomo ieri sera. Difficile raccontare senza cadere nella retorica. Difficile raccontare senza tradire lo spirito.

Mondi migliori

Mentre musicisti e comici di epoche svariate si esibivano sul palco improvvisato, la piazza andava riempiendosi di un’umanità varia e colorata (di arancione). Signore bene ampiamente ritoccate brindavano gomito a gomito con aromatici punkabbestia. Gruppetti della borghesia radical chic un po’ âgé, di cui il nuovo sindaco è chiara espressione, guardavano soddisfatti i giovanissimi volontari acqua, sapone e bandiere arancioni ballare le canzoni della loro gioventù. Gruppi di amici, intere famiglie, coppie più o meno di fatto, strani personaggi. Associazioni, Club, Circoli, GAS. Tutti, tanti, come non ricordo di averne visti mai.

Tutto sembrava così diverso dalla Milano degli stereotipi. Persino la tecnologia cellulare, icona di un’epoca, segnava il passo costringendo la gente, persa nella folla, a impreviste socialità.

Dappertutto: l’ironia, vera cifra di questa lunga, splendida, limpida, spontanea, diversa, indimenticabile campagna elettorale.

Barcamenarsi

Tante sensazioni. Quasi tutte strane.

È che non siamo più abituati.

Non siamo più abituati a vincere, non siamo più abituati a partecipare. Non siamo più abituati a identificarci.

Abbiamo come una timidezza, una ritrosia. A mostrare simboli, a esultare, a crederci veramente. Speriamo non a governare.

Non avrei mai pensato. Non avrei mai pensato di vincere davvero. Non avrei mai pensato di portare l’Armando al governo della città. Non avrei mai pensato che catalizzatore della catarsi finale sarebbe stata l’Equipe 84.

Poi l’Armando è salito sul palco. La folla si è quasi zittita. Lui ha parlato di tante cose, che ho scoperto poi su youtube, che in piazza non si sentiva mica tanto. E tutti applaudivano, e ballavano, e ridevano.

Se con una sola parola dovessi definire le sensazioni che la piazza sembrava provare, sceglierei “sollievo”.

Come dopo una lunga notte, come quando togli un paio di scarpe scomode, come quando ti liberi di un malanno, come quando torni a respirare.

L’armando è tornato. Questa volta per restare.

Le foto, bellissime come sempre e usate rigorosamente senza permesso, sono di Alberto Mazza, come colonna sonora si consiglia caldamente l’altro Giuliano protagonista di queste giornate.

Un commento su “L’Armando è tornato

  1. Paolo, non può non esserci nessun commento a tutto questo!!! Per dirindindina! E allora lascio il mio umilissimo commento. Che l'Armando rimanga Armando e che la Pimpa multicolore possa proseguire ad essere la vera protagonista. La Pimpa siamo noi, è la ns. bimba, il Popolo. Tristo è quell'Armando che avanza la Pimpa in protagonismo… Da Vinci mi perdoni…. Ciao, Alberto (anonimo perchè pigro, non per altro)

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