La mattina davanti alla scuola si vedono cose che voi umani non potreste immaginarvi.

Genitori e figli in anticipo che ingannano il tempo, genitori e figli in ritardo forse ingannati dal tempo. Facce sveglie, facce assonnate, occhi cisposi, occhi con l’ombretto, labbra truccate, labbra di nesquick. Madri di quarant’anni che indossano gli stessi vestiti delle figlie di dieci anni. Figlie di dieci anni che indossano gli stessi vestiti delle madri di quarant’anni. Padri in completo gessato con pashmina briatoriana, padri in tuta da ginnastica, padri con i jeans a vita molto, molto bassa. Nonni con l’aria sperduta, sopraffatta. Nonne over sessanta con gli stessi vestiti delle figlie di quarant’anni, che sono poi gli stessi vestiti delle nipoti di dieci anni. Madri di molti colori, colf di colore molto diverso dal bambino che accompagnano. Madri carine, madri belle, son tutte belle le mamme del mondo, ma certe son proprio gnocche. Bambini in pantaloni corti e t-shirt accanto a bimbe con piumino-con-il-cappuccio-peloso. Padri in bicicletta con il monopattino sottobraccio, figli in monopattino e padri in affanno con il giornale sottobraccio, padri in monopattino con i figli sottobraccio. Madri al telefono, padri al telefono, figli al telefono: si parleranno tra loro? Vigili gentili che ti fanno attraversare, SUV giganteschi che non sanno dove parcheggiare. Cartelle rosa e cartelle rosse, cartelle di Hallo Kitty, cartelle delle Winx, cartelle di Cars e cartelle della nonna; cartelle piccoline e cartelle gigantesche, cartelle trolley, cartelle SUV, cartelle Bus (cartelle abbastanza grandi da contenere chi le trasporta).

Poi suona la campanella, un urlo liberatorio, e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.

La mattina davanti alla scuola

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto