Il senso del lusso

Sono un tipo abitudinario. Lo sono sempre stato.

Mi vesto sempre uguale, faccio sempre le stesse cose, vedo sempre le stesse persone. Ma soprattutto ho i miei piccoli riti: protocolli procedurali che mi tengono ancorato nel disordine endemico che mi circonda (e che contribuisco in maniera fondamentale a creare). Il fatto è che mi sono scelto una vita un po’ tanto complicata, per cui forse non sono neanche tagliato. Una vita che sono almeno tre, e non sono sicuro di saperne tenere in ordine una…

Ma, per fortuna, ci sono le abitudini, liturgie laiche che ci tengono a galla.

Per esempio. Da sempre vado in vacanza, quando posso, a Chiavari, nel Golfo del Tigullio, dove il mio previdente nonno ci ha lasciato in eredità un grazioso appartamento con una meravigliosa vista. Nonostante l’auto-indottrinamento pseudo-marxista cui mi sono sottoposto in gioventù, adoro questo luogo squisitamente piccolo-borghese. Ma, soprattutto, qui, non so perché, la mia ritualità raggiunge le più alte vette di soddisfazione.

Ho un giro mattutino che amo moltissimo. Scendo sul lungo mare, lo percorro verso Est (verso il mare, direbbe mia madre, dotata di un senso dell’orientamento alternativo alla realtà) fino a circa metà. Mi fermo a contemplare la vista sul Monte di Portofino poi mi inoltro nella città. Compro la focaccia nel mio panettiere preferito e torno verso Ovest lungo il carruggio principale. In piazza compro il giornale (e un giornalino alla Luisa) e ci sediamo al bar all’angolo a bere il caffè e a leggere. Poi si va al Prato a comprare la pasta per pranzo e si torna a casa. Basta così poco per rimettermi al mondo.

 

Mazzini e il campanile

Eppure potrei essere considerato un edonista, è una questione di punti di vista.

Questa primavera mi è capitato di uscire la mattina con mio padre, anch’egli assai abitudinario, e, con sprezzo del pericolo, impedirgli di seguire il suo rituale e coinvolgerlo nel mio. Dopo aver sbuffato quando ho superato il suo bar senza fermarmi, dopo aver guardato con odio la coda dal panettiere (che quasi sempre esce fino in strada, ma sono molto veloci), dopo aver pazientemente aspettato la fine del giro per comprare il giornale, mi guarda sedermi al bar con sincero e profondo stupore. Un marziano tutto verde che ordina un piatto di trofie al pesto non l’avrebbe disorientato di più.

“Ma lo beviamo seduti?” mi fa. “Si, dai, così leggiamo il giornale”, gli rispondo.

Dopo mezz’oretta di cappuccio, focaccia e notizie, la Luisa tranquilla che attacca i suoi stickers, mi guarda con aria candida e mi dice “non ci avevo mai pensato”. Cioè: lui, in quasi settant’anni di vita non aveva mai pensato che ci si potesse fermare al bar a leggere il giornale? Temo sia proprio così.

Così, in pochi istanti, una semplice abitudine diventa improvvisamente un lusso. E quasi mi piace di più. Insomma, per colpa di un cappuccino ligure e di un asceta bergamasco mi è toccato riflettere su cosa sia il lusso, riflessione che in verità mi è assai utile anche sul lavoro, occupandomi spesso di perseguire la felicità dei miei committenti producendo per loro un bene materiale.

Tornando alla vicenda chiavarese, si potrebbe concludere, abusando allegramente delle mirabili riflessioni di Amartya Sen, che il lusso è un concetto relativo. E quindi che il lusso è ciò che gli altri percepiscono come tale: china pericolosa, che porta a una spirale di confronti ed esibizioni. Personalmente non penso sia proprio così; penso piuttosto che il lusso sia il risultato di una delicata equazione che tiene insieme il piacevole con lo straordinario.

Il lusso è un piacere che ci concediamo con parsimonia, godendone l’attesa e il ricordo quasi quanto il momento stesso. Il lusso è un differenziale infinitesimale tra la quotidianità e lo spreco. Il lusso si può coltivare, raffinare, costruire. Il lusso, direi, è un’attitudine. Questo, almeno, per me.

 

Tornando al post precedente, ho la sensazione che ormai in Italia, anche l’onestà, la parsimonia, la fiducia e tante altre belle cose siano lussi accessibili a pochi…

2 commenti su “Il senso del lusso

  1. Direi che sono pienamente d'accordo con te sul concetto di lusso.
    Sono arrivata qui per caso e mi è piaciuto il tuo blog. Mi sono inserita tra i tuoi followers. Vedo che sei di Milano, non hai voglia di partecipare a un incontro di blogger? Lo sto organizzando con altri tre, trovi tutto da me: http://senecamilano.blogspot.com/

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