Ma voi ve le ricordate le feste delle medie? Che sofferenza terribile. Io ricordo una festa di carnevale in prima media: la palestra condominiale di un’edificio borghese di via Previati, tutti in piedi lungo il muro, la patatine stantie, la fanta appiccicaticcia. Io mi ero travestito da Ronald Reagan (ma senza Keanu Reeves sotto): in pratica, ero vestito da cowboy ma con la maschera da presidente; mi ero perfino messo dei missili nel taschino in un goffo tentativo di satira politica. OK, ero uno sfigato.
Pochi anni dopo, sopravvissuto al periodo paninaro, mi venne una insana passione per West Side Story: ma ve la ricordate America? Ero talmente fissato che per un po’ di tempo mi presentavo alle serate più importanti solo con gilet nero e camicia viola come Bernardo. Ok, ero uno sfigato.
Poi venne il periodo da figlio dei fiori, con la salopette a righine, i capelli un po’ lunghi, le collanine e la magliette batik. Ok, ero uno sfigato.
Il fatto è che per me, l’America, era il mito. Non un mito, IL mito.
Non saprei dirvi se la causa fosse il mio zio scienziato, che in America si era trasferito per poter fare il suo lavoro. Lui tornava sempre con dei regali incredibili: caschi da astronauti, spade laser, magliette degli incontri ravvicinati. Siamo anche andati a trovarlo un po’ di volte; la prima, nel 1982, a San Diego, chi se la dimentica? Era tutto così grande: le macchine, le autostrade, i centri commerciali, i gelati. C’erano le felpe colorate da Sears, che qui ancora ci mettevamo le tute blu della Adidas con le righe bianche sulle maniche. E i surfisti e le spider e Disneyland e San Francisco.
O forse è stata la televisione. I fratelli Duke (che poi erano due fasci sudisti, ma son cose che ho capito tempo dopo), Simon & Simon (che era ambientato a San Diego), la famiglia Bradford (che piaceva alla mia mamma), i CHiPs, l’A-Team (adoro i piani ben riusciti), Magnum P.I. (e l’indimenticabile Higgins, che assomigliava un po’ a mio nonno). Va bene, ok, lo confesso, guardavo anche Supercar. A proposito: ma quanto erano belle le sigle dei telefilm?
O forse è stato il cinema. O la musica. O i libri.
Qualcuno potrebbe pensare che siamo una generazione plagiata dall’Impero.
Ma noi l’Impero lo combattevamo, con le spade laser regalate dagli zii, molto prima di diventare antimperialisti. E poi, anche quando facevamo i collettivi sui prati dell’Omni, più che comunisti eravamo Jedi. Non son bastati cinque anni di manifestazioni e sei mesi di iscrizione alla FGCI (non è colpa mia se poi è caduto il muro) per smettere di essere americanofili: anche dell’essere antagonisti ci piaceva di più il lato hippie di quello sessantottino.
Non credo ci siano contraddizioni in tutto questo. Perché non stiamo parlando degli U.S.A. come stato, come nazione, come tutt’uno. Ma di una certa parte di quel paese che è stata un riferimento fondamentale per l’occidente del secolo scorso. Il paese delle opportunità e della meritocrazia, del coraggio e delle scoperte scientifiche, della libertà e dei diritti, del melting-pot e della democrazia. Il paese di Whitman e di Thoreau, di Martin Luther King e di Kennedy (almeno quello che immaginavamo noi). Il paese del cinema indipendente che convive con Hollywood, di Doonesbury e dei Peanuts, dei campeggi selvaggi e delle toffolette, di Manhattan e della route 66. Il Paese della beat generation e del jazz, del rock e del blues. Il Paese di Bruce Springsteen. Quella parte di Stati Uniti che, in confidenza, ho sempre chiamato America.
Non è tutta così, l’America, lo so. La spaccatura netta delle ultime elezione l’ha mostrato chiaramente.
Per questo ho seguito con tanta apprensione il voto negli States. Perché, anche se non ho mai avuto né la voglia né il coraggio (forse nemmeno il desiderio) di andare a stare tanto lontano, comunque penso che almeno un pezzo di America appartenga anche a noi. A noi che ci abbiamo creduto e che l’abbiamo amata.
Per questo sono così contento cha abbia vinto Obama: perché lui è quell’America lì, quella che ci serve per sognare.
Four more years, four more years, four more years, four more years!