Verso la fine degli anni Sessanta, non so bene l’anno preciso, mio padre Marzio ha comprato una Rolleicord Vb. Questa fotocamera medio formato, prodotta dalla compagnia tedesca Franke & Heidecke (nota come Rollei), era la versione entry level della più blasonata Rolleiflex TLR usata da molti fotografi famosi.
Come la sorella maggiore, era una macchina fotografica bi-ottica, era cioè dotata di due obiettivi: uno dei due obiettivi era utilizzato per scattare la foto, mentre l’altro serviva per la messa a fuoco e la composizione dell’immagine nel caratteristico mirino a pozzetto, dove ti toccava inquadrare vedendo il mondo al contrario (passi per il sotto-sopra, ma il destra-sinistra era veramente un casino). Utilizzava pellicole formato 120, con cui produceva immagini quadrate con negativo 6 x 6 cm. La messa a fuoco era naturalmente manuale, e lo era anche la regolazione di tempo e diaframma, che dovevi calcolare dopo aver misurato la luce con un esposimetro esterno.
Fare le foto era quindi un processo abbastanza macchinoso, ma – grazie alle ottime ottiche e al gigantesco negativo – i risultati erano di grande soddisfazione.
Molti anni dopo durante la mia adolescenza, al netto dei non sempre facili rapporti padre-figlio in quella stagione della vita, con questa macchina ho imparato da lui il poco che so di fotografia: forse per questo oggi che da amatore scatto tantissime foto – anche se soprattutto con il telefono – sono affezionato alle inquadrature molto composte e, soprattutto, al formato quadrato.
Non credo Marzio avesse vere ambizioni da fotografo, e infatti non lo diventò (a differenza di suo cugino Marco, che scatta ancora oggi foto meravigliose). D’altronde non diventò nemmeno architetto, a discapito dei suoi studi, ed ebbe invece una lunga e soddisfacente carriera da fedele civil servant, prima in Regione Lombardia e poi in una in house (come si direbbe oggi).
Mio padre non c’è più, ci ha lasciato ormai cinque anni fa, davvero troppo presto. Frugando tra le sue cose, in cerca di tutt’altro, ho trovato un consistente archivio di foto, in parte già digitalizzate da lui, e comunque tutte molto ordinate. Sono soprattutto fotografie della sua amata Valle Imagna: architettura vernacolare, attrezzi, qualche persona. E poi qualche rara foto degli affetti più cari e qualche ancor più raro esperimento artisticheggiante.
Ho pensato valesse la pena raccogliere queste foto e condividerle, vedi mai qualcuno fosse interessato… lo farò su questo account Instagram, magari segnalandovi di quando in quando anche qui su Facebook quello che ho caricato.