Il bicchiere mezzo pieno

Originariamente ospitato dalla Newsletter di Confcooperative – Federabitazione Lombardia.

A partire dal suo intervento al Center for American Progress nel gennaio del 2012, Alan Krueger, allora presidente del Council of Economic Advisers del Presidente Obama, ha presentato in più occasioni la sua teoria sulla Curva del Grande Gatsby.

Un grafico, in particolare, è da allora diventato abbastanza famoso. Riporta, sulle ascisse, il coefficiente di ineguaglianza e, sulle ordinate, la mobilità sociale intergenerazionale. In soldoni, nei paesi in basso a destra i ricchi sono molto più ricchi dei poveri ma è più facile che un giovane conquisti posizioni nella scala sociale, mentre nei paesi in alto a sinistra la struttura sociale è un po’ rigida, ma c’è una minore distanza tra i ricchi e i poveri. Il problema è che non ci sono paesi in alto a sinistra né paesi in basso a destra.

The Great Gatsby Curve: il maggior grado di diseguaglianza e la minore mobilita'  sociale sono evidentemente correlate

Tutte le nazioni si allineano infatti abbastanza ordinatamente lungo la diagonale opposta. Da un lato troviamo i paesi dove è facile muoversi tra fasce sociali e dove, comunque, le differenze tra gli strati sociali sono contenute. Dall’altro ci sono i paesi dove è quasi impossibile, nell’arco di una generazione, cambiare sensibilmente la propria condizione sociale e dove la disuguaglianza tra gli strati più poveri e quelli più ricchi è massima. In sostanza, secondo la semplice e molto argomentata teoria di Krueger, ci sono paesi più giusti e paesi meno giusti. Provate a indovinare dove si trova l’Italia. In basso a sinistra ci sono la Finlandia (in equilibrio quasi perfetto), la Svezia (un poco più solidale che non competitiva), Norvegia e Danimarca (più competitive che solidali). A mezza classifica viaggiano il grosso dei paesi europei e anche il Giappone. E lassù in alto, tra i paesi dove i poveri sono più poveri e i ricchi più ricchi, dove è assai difficile che le nuove generazioni prendano in mano il loro destino, ecco accoccolata l’Italia.

Non so voi, ma io vedo la Curva di Gatsby tutti i giorni. La vedo a scuola, dove istituzioni pubbliche sempre più sottofinanziate e mal gestite offrono occasioni solo a chi le ha già. Lo vedo nelle professioni, dove incarichi, clientele, titoli, posizioni si ereditano come tratti caratteriali. La vedo nelle imprese, nella politica, davvero ovunque. E la vedo nelle mail che molti dei miei migliori studenti mi mandano, una volta laureati, da molto, molto lontano.

Questo sarebbe il bicchiere mezzo vuoto.

Alcuni giorni fa abbiamo incontrato i vincitori del concorso AAA architetticercasiâ?¢ 2013. Forse lo conoscete, e’ un concorso per progettisti under 35 che Federabitazione Confcooperative Lombardia promuove da alcuni anni. Quest’anno siamo giunti alla terza edizione, organizzata in collaborazione con Generali Immobiliare Italia SGR e con il patrocinio del Comune di Milano, dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano e di Legacoop Abitanti Lombardia.

L’abbiamo organizzata con un anno di ritardo sulla tabella di marcia, perché le difficoltà economiche che il nostro settore e il nostro Paese (e forse il mondo intero) stanno attraversando rendono tutto maledettamente complicato. Abbiamo messo in palio un po’ di denari, ma anche e soprattutto un insieme complesso e interessante di premi (uno spazio in comodato gratuito, l’assistenza legale e così via) per facilitare la nascita di una start-up professionale cooperativa basata a Milano. Abbiamo scritto un bando difficilissimo, che richiedeva capacità progettuali architettoniche e urbanistiche, conoscenze di economia e di design dei servizi, ma soprattutto tanta ambizione e tante idee. Hanno risposto una ventina di gruppi, molti dei quali con progetti straordinariamente interessanti.

Qualche giorno fa, come vi dicevo, abbiamo conosciuto finalmente di persona i vincitori. Voi non avete idea. Una ventina di ragazze e ragazzi tra i 24 e i 35 anni, italiani soprattutto, ma anche spagnoli, montenegrini e giapponesi. Con curricula impressionanti, nonostante la giovane età: lauree, master, dottorati, borse di studio, concorsi vinti. Vite vissute a cavallo delle nazioni: in Italia, in Spagna, in Svizzera, in Portogallo, negli Stati Uniti. Ricerche svolte nei più prestigiosi laboratori del mondo, imprese finanziate dall’Unione Europea. Molti degli italiani risiedono oggi all’estero, o non hanno un lavoro. Ma hanno tutti deciso di partecipare a un concorso in Italia. E lo hanno vinto. Ieri sera, all’Urban Center del Comune di Milano, ospiti del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, alla presenza di tutta la giuria, li abbiamo premiati.

Hanno facce pulite e sguardi decisi, la calma determinazione di chi sa di aver fatto quello che doveva fare. E sono pure simpatici, davvero. Se anche solo uno di loro rimarrà in Italia grazie ad AAA architetticercasi™, sarà una grande vittoria.

Questo sarebbe il bicchiere mezzo pieno.

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