Io non so molto, di questa storia di Greta e Vanessa. Non so se Greta e Vanessa siano state ingenue, imprudenti, avventate, incoscenti, superficiali. Forse. O forse solo generose. Non so se il loro aiuto avesse scelto una parte, e se la parte fosse quella giusta. Ammesso che sia chiaro quale sia, quella giusta. Non so cosa sia stato fatto per liberarle. Spero tutto il possibile.
Quello che mi sorprende è la virulenza degli insulti che hanno trovato ad accoglierle al loro rientro. Soprattutto il vocabolario con cui questi insulti sono costruiti. Mi sorprende scoprire che per i sallusti e per i giornali “suffragetta” sia un insulto. Come se, a settant’anni dal 1945, il voto alle donne fosse ancora un imbarazzante incidente di percorso, una bizzarria da democratici impenitenti. Mi sorprende scoprire che per i gasparri il tutto si risolva in una questione di letto. Come se l’unico vero timore è che questi barbari siano più dotati di noi (si, proprio in quel senso). Mi sorprende scoprire masse di dietrologi che svelano i rapporti di Greta e Vanessa con la CIA, il Mossad, i Templari, i Rosacroce, l’ISIS, Iside e il regno di Atlantide.
O, forse, non mi sorprende affatto.