Iniziare un Blog generalista nel 2011 è un po’ come comprare azioni Parmalat con Callisto Tanzi sulla soglia della galera, come sciare con l’Henry Lloyd nel ’91, come votare Berlusconi nel 2011: fuori tempo massimo, insomma. Ma a me è sempre piaciuto essere un po’ démodé. Intendiamoci: io sarei anche alla moda, ma è troppo faticoso. Ora che ci arrivo, la moda è già passata. Allora ho imparato che, per non passar per pirla, basta dirsi démodé.
Eccomi quindi, adorabilmente demodé, a dedicarmi all’attività che ha segnato il decennio ormai concluso: sparar cazzate in pubblico, ma un pubblico globale. Non al bar o all’oratorio: addirittura su Internet. L’illusione che chiunque al mondo potrebbe leggerti rende molto più sopportabile l’idea che tanto non ti leggerà nessuno.
La verità e che a me piace scrivere. Non ne farei un lavoro, ma mi piace scrivere. Ogni tanto leggo di quegli scrittori che vivono con sofferenza la pagina bianca, per cui ogni riga è un parto con dolore, ogni libro una Via Crucis. Leggo e penso: ma fare l’idraulico? Si guadagna anche bene. Forse le passioni, a farsele pagare, si guastano. Anche a me l’architettura non piace più come una volta. Però mi piace ancora, un po’; forse perché me la pagano poco e quindi la passione non si è ancora guastata tutta.
Mi piace scrivere e rileggere tempo dopo quello che ho scritto; mi piace pensare che così mi ricorderò meglio le cose; mi piace pensare che qualcuno potrebbe leggermi e riconoscersi, o farsi due risate. Non scrivere cose importanti, per la posterità; questo no. Non ho particolari ambizioni. Non che il mio ego sia privo di ipertorfia, ma tendo a sfogarmi in altre cose. Scrivere è un innocente divertissement.
In realtà quello che mi piace davvero è raccontare. Amo parlare, lo sanno tutti: la mia logorrea è celebre. Adoro gli aneddoti, ne ricordo un sacco, anche di altri. Tendo ad appropriarmi di quelli più belli che mi raccontano: li riracconto a mia volta e dopo pochi mesi sono pronto a giurare di averli vissuti in prima persona. Invento inconsapevolmente articoli di giornale mai scritti, citazioni mai dette, teorie mai formulate dai malcapitati e ignari supposti autori. Non sono un ballista, giuro, o un mistificatore. Diciamo che ho un’idea narrativa della realtà.
Ogni tanto mi vengono in mente delle cose. Dei ragionamenti, dei piccoli giri turistici mentali, dei racconti, delle storie. Di solito si affacciano alla mia mente in momenti poco opportuni: in motorino, durante una riunione noiosa, di notte. Allora l’idea inizia a girarmi per la testa e ruba inesorabilmente tempo e spazio a pensieri più urgenti. L’unico modo di farla smettere è scriverla. Ma non ho quasi mai tempo. E poi, una volta scritta cosa dovrei farmene? Ma se non la scrivo è un disastro, rimane li, inquilina abusiva, a occupare risorse necessarie. Per questo un Blog.
E per vedere se qualcuno mi legge. E si riconosce. O si fa due risate.
hihihiii, concordo con la logorrea a fiume, che, in effetti, non sfuggirebbe nemmeno ad un sordo. Riusciresti ad improvvisare un linguaggio dei segni tutto tuo, pur di comunicare.
E sono ansiosa di leggerti e di ridere con te, di te, si insomma, di allietare le mie giornate con i tuoi scritti.
Baci
caro paolino, per me non sarai mai Paolone. Non preoccuparti, non sei fuori tempo massimo. Pensa che la zia Mariagrazia ha imparato ad usare il comuter a 64 anni per veder il nipotino, tu a ::26..puoi iniziare un blog
baci da Brux
hai perfettamente descritto le ragioni per cui scrivo un blog! anche sull'architettura mi trovo d'accordo e perfino su come "essere alla moda" in ritardo! 🙂 passerò di qua.