Non sono mai stato amante delle situazioni ad alto rischio; sono sempre stato un tipo prudente, fin da ragazzino. Mentre amici e cugini si fracassavano allegramente contro alberi, pali, marciapiedi e ogni altro oggetto che si mettesse inopportunamente tra loro e la gloria, io mi mantenevo a cautelativa distanza di sicurezza.
Non ho mai praticato sport pericolosi (in effetti non si può dire che abbia mai realmente praticato degli sport). Niente parapendio, niente deltaplano, niente scuba diving, pochi tuffi e poco calcetto. Non ho neppure mai posseduto un orologio Sector.
Eppure mi dedico con sempre maggior entusiasmo a una disciplina di strada estremamente pericolosa: la demoscopia urbana.
Si tratta di una delle varianti meno conosciute di uno sport molto diffuso, noto come “farsi i cazzi degli altri”. In passato, pur avendo raccolto discreti successi da amatore, non ho ma praticato questo diffuso sport in maniera sistematica né, tanto meno, professionistica. Non posso negare di aver accolto con un certo entusiasmo la recente variante on line, soprattutto legata alla diffusione di facebook, ma sono sempre rimasto un dilettante, molto lontano dagli straordinari risultati di molti stimati amici.
Sempre più, però, mi sento prigioniero della mia passione per la demoscopia urbana. In tutte le sue varianti, dalle più prudenti a quelle più spericolate. Dubito che possiate non conoscere questa pratica ormai diffusissima ma, per sicurezza, proverò a chiarirne le modalità e le finalità.
Non vorreste anche voi sapere quanti sono?
Quale percentuale degli auricolari bianchi che si vedono per strada conducono veramente a un dispositivo Apple? In quante auto, tra quelle in coda ogni mattina, c’è più di una persona? Quanti passanti guadagnano più di voi?
Non sarebbe fantastico poter trasformare ciò che vediamo in un gigantesco grafico a torta?
In fondo non è difficile, basta contare…
Con uno sguardo al cruscotto, grazie all’errediesse, si può scoprire che stazione sia sintonizzata l’autoradio: è possibile correlare il modello dell’automobile con la radio che viene ascoltata? Possiamo affermare che chi ha la Panda ascolta RadioPop? (forse bastava l’adesivo “Qui nessuno è straniero”)
È vero, come si dice, che un italiano si distingue ovunque grazie alle scarpe? Qual’è l’età media dei genitori di oggi? (Ma quello è il papà o il nonno?) Perché i giovani architetti incanutiscono prima? (o forse non sono poi così giovani…).
Come un novello Patrick de Gayardon, mi butto nella folla, tra le auto, nei locali, sul treno, e conto. Sulla mano sinistra il numero totale, sulla destra il caso in analisi. Il 30% degli ospiti dei campeggi croati è italiano. Il 90% di questi viene dal triveneto. L’età media dei genitori è in preoccupante ascesa. Le automobili dei milanesi sono incredibilmente costose. Un terzo degli attuali fidanzati di mia figlia è di colore.
Per ora non mi è ancora successo nulla, o quasi. Non sono mai andato a sbattere con il motorino mentre scrutavo le autoradio. Non sono mai finito in un tombino rimasto aperto. Nessuno mi ha ancora menato (incredibilmente).
Forse ho preso qualche palo in fronte… Ma è inutile, non riesco a smettere.
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