C’erano un italiano, un austriaco e un tedesco…

Oggi ho deciso di non pubblicare il Paolone che avevo preparato e di raccontarvi una cosa che mi è successa, sperando di non annoiarvi e cercando di resistere alla tentazione di trarne una morale.

Come ormai sapete, una delle personalità multiple del Paolone è quella che lo vede impegnato nella trincea della formazione come docente universitario precario. Nello specifico, la mia attività principale in questo campo è tenere un corso di progettazione degli interni al primo anno di Architettura.

Il corso va avanti ormai da alcuni anni, è molto amato dagli studenti (almeno a giudicare dalle valutazioni della didattica e dal numero di iscritti) e raccoglie una compagine sempre più ampia, variopinta e pittoresca di Cultori della Materia, tutors e aiutanti vai. Una delle tradizioni principali di questo corso è l’annuale viaggio di istruzione: ogni anno partiamo alla scoperta di inesplorate periferie urbane e ignoti capisaldi dell’architettura contemporanea, armati di macchine fotografiche, mappe di Google e una discreta voglia di divertirci.

Zentrum Paul Klee

Le ragazze si presentano alla partenza con trolley rosa dentro cui potrebbero tranquillamente soggiornare per una settimana, i ragazzi con un bagaglio altrettanto ampio pieno di aspettative (goliardiche e erotiche). il Pozzo smette con rapidità sorprendente i panni di navigato professionista e fine didatta per assumere quelli, non meno impegnativi, di animatore all-round. Le Cri (con e senza “h”) tengono salde le redini della cassa comune, il Paolone arringa le folle issandosi impavido su supporti improvvisati, tutors e amici vari fingono di essere più giovani di quanto non siano.

Nonostante l’ottimo lavoro che svolgono alcuni amici, noi ci ostiniamo ad auto-organizzare tutto, un po’ per mania di controllo, un po’ per risparmiare il più possibile, un po’ perché è divertente. Normalmente, con meno di 200 Euro, riusciamo a stare via tre-quattro giorni, viaggiando in pullman e dormendo in ostello.

Quest’anno abbiamo deciso di osare più che mai: quattro giorni a Vienna, con viaggio in treno-notte. Abbiamo contattato il servizio gruppi di Trenitalia per avere un’idea di massima del costo, abbiamo trovato l’ostello, costruito un preventivo e proposto il tutto agli studenti. Che hanno risposto con prevedibile entusiasmo. Qui è iniziata la nostra odissea.

Al momento della prenotazione, si è scoperto che non era affatto chiaro quali fossero i requisiti per usufruire della conveniente tariffa “gruppo scolastico”, inizialmente promessaci da Trenitalia. Secondo l’ufficio di Trenitalia (che, peraltro, ci redarguisce per l’eccessivo anticipo con cui stiamo prenotando…), sarebbe sufficiente una lettera dell’università che riporti tutti i nomi dei partecipanti; secondo le ferrovie austriache, tutti i partecipanti (docente incluso) devono essere under 19. Peraltro, nei due diversi uffici risultano diverse composizioni del (medesimo) treno e, conseguentemente, i posti a disposizione differiscono per numero e tipologia. Allo stesso modo diverse sono le eventuali possibilità di personalizzazione del treno.

Vi risparmio ora tutti i dettagli, fatto sta che per tutto il mese di dicembre telefoniamo, scriviamo email e facciamo visita ai diversi uffici, ma senza venire a capo di nulla.

A coronamento del tutto, la fallita missione dello Svizzero (mio prode collaboratore) che ha inutilmente percorso in lungo e in largo la Stazione Centrale di Milano con quasi seimila euro in contanti in tasca, rimanendo incredibilmente illeso. Ai primi di gennaio, ormai esasperato, decido di inviare una mail al servizio gruppi di Trenitalia, delle Österreichische Bundesbahnen e delle Deutsche Bahn dove riassumo tutta la vicenda. Il messaggio veniva inviato, per conoscenza, anche ai rispettivi amministratori delegati (!).

Con mio grande stupore, il servizio scuole di Trenitalia risponde per primo, ma si tratta, purtroppo, di una risposta automatica. L’ufficio della ÖBB risponde per secondo, rimandando per email il contenuto della pagina web, come dire: “non ezzere colpa noztra ze italianen non capiren un cazzen”. Ci risponde poi il servizio gruppi di Trenitalia che, con spregio di quanto riportato su tutti i siti, ribadisce che la condizione di studente (e presumibilmente anche l’età anagrafica) può essere autocertificata dall’università. Le Ferrovie Tedesche rispondono inviando un preventivo su carta intestata.

Anche se l’idea di chiedere al nostro Magnifico Rettore di ringiovanirci tutti un po’ non era affatto male, decidiamo di procedere con i tedeschi, unici finora ad assumersi la responsabilità di quello che dicono. Pur non senza intoppi, giungiamo quindi alla fine di questa peripezia prenotando 63 biglietti Milano-Vienna-Milano attraverso le Deutsche Bahn. Le Ferrovie Tedesche sono state le uniche in grado di venderci i biglietti, anche se il treno non tocca nemmeno di striscio il suolo germanico.

Non intendo prestarmi a superficiali conclusioni e facili morali, però mi è venuta una gran voglia di raccontare a tutti questa storia.

 

A conclusione della vicenda, mi arriva stamattina un email dalla segretaria del Dr. Rüdiger Grube, Amministratore Delegato di Deutsche Bahn (!), che si scusa molto di non aver risposto prima e si dice disponibile ad aiutarci a prenotare, ma che purtroppo nella data da noi prescelta i posti sono incredibilmente tutti esauriti…

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