Abitare elementare

Alejandro Aravena è da poco docente del Politecnico di Milano. Alcuni giorni fa, grazie all’invito di Massimo Bricocoli e di Matteo Poli – ho avuto il privilegio di partecipare ai lavori del Laboratorio ELEMENTAL. Per il Workshop, Aravena ha scelto il tema della crisi abitativa delle nostre città e del costo insostenibile degli alloggi. Per arricchire il dibattito, ha chiesto di invitare una serie di personalità che fossero a vario titolo utili a costruire una visione complessiva del problema, tra queste il sottoscritto.
Un po’ perché toccava argomentare in inglese, un po’ per l’impressione di trovarsi a discutere con un Pritzker, e molto per rispetto degli studenti, nei giorni precedenti avevo buttato giù qualche appunto. Lo riporto qui, nel caso interessasse a qualcuno.

Chiavarucci (o della felicità)

Io e il Michi. Una passeggiata lungo il mare. Poi, ai tavolini al sole del bar in piazza: il chiacchiericcio della gente, le tazzine del caffè che tintinnano, lo struscio sul carruggio principale, il mercato dietro di noi – pomodori e profumo di basilico, un musicista di strada che suona Só Danço Samba con la tromba e, più lontano, il suono delle campane, un buon caffè e un bicchiere d’acqua ghiacciata, la leggera brezza marina che accarezza la pelle e scompiglia i capelli della gente che passa. La nostra idea di felicità.

Le mattine juliaroberts

Ma anche a voi capitano le mattine juliaroberts?  Ma sì, dai, quelle mattine che quando suona la sveglia vi sembra di tornare da un viaggio intercontinentale, che quando vi guardate allo specchio vi rendete conto che non sono tanto i capelli a essere spettinati, è proprio l’anima. Quelle mattine in cui poi con una lunga […]

Genova per me

Non ero a Genova in quei giorni di luglio di venti anni fa. Non ero a Genova per tante ragioni e per nessuna in particolare. Non ero a Genova perché – benché per molti aspetti mi sentissi vicino alle ragioni che lí avevano portato tanti ragazzi – in quell’ambiente mi sentivo fuori luogo, chissà perché. […]

Milano stamattina

Corso Sempione, lato ovest, dal numero 33 all’Arco della Pace, lunedì mattina: un marciapiede largo, un po’ trascurato nonostante gli edifici magniloquenti che vi si affacciano. Il rumore del tram, alcune battute di Musica Leggerissima che escono dalla porta aperta del bar delle tipe, una Punto sfrizionata sferraglia al semaforo. Una mamma sgrida la figlia […]

Costruire nuova comunità

Negli ultimi anni abbiamo speso il termine periferia con profusione, cercando di descrivere un fenomeno fuori dal nostro controllo: preoccupandoci, condannando, pianificando, dedicando politiche e finanziamenti, sperando di rammendare. L’abbiamo speso fino a consumarlo. Ma cosa vuol dire, oggi, costruire in periferia? CN l’Hub, l’edificio progettato da Sonia Calzoni per la ONLUS Comunità Nuova di […]

Genesi (degli architetti)

“[…] maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane. Project Manager revisioneranno in PowerPoint i tuoi elaborati e indiranno quotidianamente riunioni di avanzamento; commerciali stabiliranno canoni di bellezza, renderisti decideranno al posto tuo e fund manager stabiliranno in Excel obiettivi irraggiungibili; Sovrintendenze e Commissioni giudicheranno impietosamente il tuo lavoro; comitati di cittadini ti accuseranno di cementificare e committenti ti rinfacceranno di non aver costruito abbastanza applicando il famoso bonus; Imprese costruttrici faranno riserve su ogni tuo dettaglio, Amministrazioni perderanno le tue pratiche e le fatture rimarranno inevase; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere (di cantiere) tu sei e in polvere tornerai!”
Genesi (degli architetti), 3.17

Poi un giorno qualcuno nascerà, crescerà, soffrirà, gioirà, amerà in un luogo che tu hai progettato e i tuoi sforzi saranno ampiamente ricompensati, ma nessuno all’infuori di te lo capirà.

Milano esiste?

Lunedì 19 ottobre 2020 sono stato invitato a tenere un piccolo intervento nella giornata “La Metropoli dei Quartieri” all’interno del ciclo FareMilano. Di seguito trovate, più o meno, quello che ho detto. Milano non esiste è il titolo di un racconto di Tommaso Landolfi da cui spesso muovo per ragionare intorno alla nostra città. Milano […]

Ancora Milano

Viviamo un momento difficile, anche solo da decifrare. E in questa fase Milano, come molte altre grandi città, sta affrontando un passaggio critico. Con la pandemia sono emersi con forza spietata i limiti del modello di sviluppo che ha sostenuto la crescita degli ultimi anni: la sproporzione tra reddito e costo della vita, il disequilibrio tra i territori, la monofunzionalità di alcuni quartieri, solo per citare i principali. D’altro canto rimangono ben radicate in molti milanesi (che lo sono, più di ogni altro, per adozione e non per nascita) le ragioni che li avevano spinti a scegliere la città, questa città, per vivere almeno una fase della loro vita (da milanese, non mi sento di elencarli, ma li ho chiari in mente). E altrettanto ben radicati rimangono i miglioramenti avvenuti a Milano nell’ultimo decennio, cambiamenti che la rendono per fortuna diversa e migliore della città dove sono cresciuto. Mi fa grande tristezza, in questa fase di incertezza, tanto chi cavalca l’onda di una rivincita anti-milanese (cosa abbiamo combinato, in questi anni, per farci odiare tanto?!) quanto chi sostiene con improbabile trionfalismo il “non è successo niente”.

Mi sembra più sano rimboccarsi le maniche e capire cosa si può fare. E mi sembra molto più milanese.

Dove lavoro?

Io non so come cambieranno le nostre città a seguito di questa crisi né so se i cambiamenti radicali che stiamo vedendo nei luoghi di lavoro diventeranno stabili (e mi stupisce molto come molti sembrino invece avere le idee chiarissime). Ho però alcuni dubbi e alcune preoccupazioni. Una, per esempio, è questa: se davvero, come […]

Alla mattina (in lockdown)

Alla mattina, subito dopo colazione, io e il Michi ci facciamo una corsetta. È piacevole, perché c’è sempre bel tempo e poi lungo la strada incontriamo Andrea, Gabriella, il Lele, un po’ di compagni di scuola del Michi e certe volte persino la Nonna. Corriamo per i prati, attraversiamo il ponte, passiamo tra i palazzi e poi saliamo in cima alla collina. In vetta ci aspetta la nostra carinissima personal-trainer che ci fa fare allunghi, v-up e un sacco di altri esercizi. Poi entriamo in un affollatissimo teatro, saliamo sul palco con tanti amici e facciamo una divertentissima sessione di step.

Poi spegniamo la Wii, ci facciamo una doccia, ci vestiamo e ci sediamo alle nostre rispettive postazioni telematiche.

Bovisa

Venticinque anni fa, frequentando i laboratori di progettazione del secondo anno di Architettura, arrivammo in Bovisa. Spinti dall’entusiasmo per questa scoperta, dalla necessità di collocare gli enormi Neolt 170, dall’esigenza di poter far nottata senza disturbare troppo e sostenuti dall’immotivata generosità di Marzio e Fiammetta, ci insediammo tra le mura di un ex negozio di […]

Un sogno meticcio

Da giovane, ero un fondamentalista della multiculturalità (per quanto possa essere fondamentalista una persona pigra come me). Voi potete capirmi: da lombardo al 100% bisognava pur trovare delle distrazioni. Perché io, di mio, ho al massimo un centinaio di chilometri in linea d’aria (ho appena controllato su Google maps…) tra il paesino del mio avo […]

Al mercato dei Bambini Rossi

Nell’aprile di quest’anno sono stato a Parigi, in visita alla nostra sede distaccata e alla fondazione Lizieres. Avevo il privilegio di essere ospite della nostra socia nel Marais, quartiere davvero splendido. Abbiamo passeggiato molto e portato la Luisa alla scoperta della città. Ben indicati, abbiamo visitato anche il piccolo e splendido Marché des enfants rouges. […]

Il fesso con la fissa

Il fesso con la fissa punta dritto alla fossa. Il telaio blu cobalto, congegnato per la pista, sfreccia rapido sull’asfalto: è un piacere per la vista! Il copertone tubolare sul selciato fa imprecare col sellino d’altri tempi che pregiudica accoppiamenti.

Il cardigano svolazzante su maglietta aderente: abbinamenti di colore da daltonico impenitente.L’occhio pesto e un po’ fumoso da fruitore abituale di sostanze e di pietanze dalle dubbie conseguenze scruta da dietro agli occhiali blu, con le lenti un po’ fumè, da cantante tardo-punk, a suoi tempi demodè.

Il mozzo fisso con catena concatena i movimenti, quelli rapidi e quelli lenti. Perché mai sprecare gomma e preziosa aerodinamica per ospitar rozze ganasce che mi arrestino la cinetica? Per frenare, che ci vuole, basta smetter di pedalare. Disse il fesso con la fissa prima di capitolare…

Guarda, mamma, senza freni; guarda, mamma, senza mani; guarda, mamma, senza denti!

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