Stamattina mi è venuta in mente una meravigliosa canzone di Albert Pla; non sapendo scrivere niente di altrettanto bello, mi sono limitato a tradurla per voi.
Ero sulla terrazza un oscuro pomeriggio bevendomi un bicchiere, in quel bar sull’angolo della via principale; guardando volare le mosche, guardando passare la vita, guardando passare le ragazze. Che a tutte mi avvicinerei, a tutte le bacerei; però le perdo di vista perché passano di fretta.
Finito il drink, con il culo del bicchiere disegnai una silhouette. Lasciai volare la mente (mi accecò un po’ l’alcol) e, al aprire gli occhi, vidi che la silhouette sfuocata si era convertita in principessa, e eri tu.
E apparisti tu.
Io mi alzai dalla sedia e mi incamminai verso di te: posso darti un bacio, bimba? e poi mi vergognai di me; ma non seppi resistere e te lo domandai un’altra volta: posso darti un bacio, bimba, anche solo sulla guancia? E tu mi dicesti di si, mi rispondesti si, potrei alzarti la gonna e sdraiarti qui sul mio tavolo? Posso prenderti qui adesso? dimmi di si per favore. Tu buttasti per terra i bicchieri che c’erano sul tavolo, mi stringesti tra le braccia e ti si aprirono le gambe; e mi dicesti di si, forza fallo dai. E senza accorgercene noi ci abbracciammo e facemmo l’amore, in quel bar sull’angolo della via principale.
I clienti non capivano e la gente curiosava per vedere cosa facevano quei due, scopando in un bar del centro nella via principale. Alla fine venne un cameriere e richiamò l’attenzione: fuori di qui per favore! e gli rispondemmo di no e, anzi, gli chiedemmo un piccolo favore: potrebbe signor cameriere esser nostro sensale, ci sposi qui ora, ci sposi per favore.
Non dovrei farlo, però perché no… E ci sposammo proprio li, ci sposò il cameriere, offrimmo a tutti da bere. E lì, su quel tavolo, di quel bar di quella via, passammo la luna di miele, quindici giorni meravigliosi. Fu prezioso il nostro amore.
Fu prezioso il nostro amore.