I libri del 2020

Anche se dubito che nessuno lo aspetti con particolare ansia, ecco il mio rituale post sui libri letti nell’anno che si sta per concludere. Anno difficile, quello che ci stiamo lasciando alle spalle, eppure dal punto di viste della lettura iniziato alla grande, grazie alla mia socia e sodale Ombra, con il bellissimo L’arte della gioia di Goliarda Sapienza. Poi un denso Patria di Fernando Aramburu e un coinvolgente Amagansett di Mark Mills

Per coltivare la grande scoperta del 2019, ho letto Educazione europea di Romain Gary, che mi ha ammaliato più di quanto mi sarei aspettato. Il 2020 invece è stato senza dubbio l’anno di NNE, giovane e coraggiosa casa editrice fondata da Eugenia Dubini, Edoardo Caizzi e Alberto Ibba nel 2014. Jesmyn Ward, prima di tutto, con Canta, spirito, canta e La linea del sangue e poi con la Trilogia della Pianura di Kent Haruf (Benedizione, Canto della pianura e Crepuscolo) comprata, confessiamolo, perché ammaliato dal superbo packaging ma poi goduta in ogni pagina in quella locanda vicino al mare.

I libri che ho letto quest’anno, raccolti su Goodreads.

Tra i libri più leggeri e personali, un po’ di nostalgia con Historias del Kronen di José Ángel Mañas, discutibile polpettone giovanilistico che racconta però la Madrid e la Spagna degli anni in cui l’ho frequentata. Una veloce lettura di Valeria Corciolani (Pesto dolce. La ricetta delle possibilità) mi ha divertito e convinto del fatto che mi sarei prima o poi letto tutti questi libri chiavaresi, ma per il momento non l’ho ancora fatto. Piacevoli, pur se non è che proprio lascino il segno, anche La regina del catrame e Farfalla nera del (non esistente) Emilio Martini, che uniscono la mia parte di Milano e la mia parte di Liguria. Una delusione invece, doppiamente cocente per un grande lettore di libri milanesi, Il Mostro di Milano di Fabrizio Carcano. Menomale che a raccontare i nostri luoghi c’è Alessandro Robecchi, che non sbaglia un colpo e che ci ha regalato un riflessivo I cerchi nell’acqua. Visto le (bellissime) vacanze autarchiche in Chianti, non poteva mancare Matthew Spender e il suo In Toscana.

Un anno non facile si è però chiuso alla grande con i bellissimi sei romanzi brevi del Broken di Don Winslow e con la potente biografia romanzata di Leadbelly, il grande romanzo di un re del blues, vecchio libro di recente ripubblicato di Edmond G. Addeo e Richard M. Garvin.

Di solito in questa lista mi limito alla narrativa e non includo la saggistica, che leggo per passione e per lavoro (difficile distinguere quando il tuo lavoro è la tua passione), ma quest’anno vorrei proprio citare due libri. Il primo è Architettura in quarantena, sottile e affilato istant-book di Pierluigi Nicolin: testo pieno di densi spunti di riflessione, spesso fuori dal coro (come il suo autore), la cui lettura mi ha – tra le altre cose – portato a promuovere lo pseudo-movimento Basta Baggianate. Il secondo testo, ormai vecchio di qualche anno e scoperto grazie a un post su Facebook, è Retromania di Simon Reynolds, corposo volumone sulla tendenza della musica popolare del nuovo millennio a ripiegarsi su se stessa. Oltre a essere una miniera di informazioni sulla musica pop e rock (da leggere con telefonino in mano e YouTube sempre aperto), contiene ragionamenti estremamente raffinati sul rapporto memoria — innovazione credo facilmente applicabili ad altre discipline, quantomeno all’Architettura.

È stato un anno difficile per tutti noi (per qualcuno anche di più) e non è stato semplice trovare il tempo (soprattutto mentale) per leggere, ma anche e ancora di più in questo frangente la lettura è stato un solido scoglio a cui aggrapparsi nella burrasca, forse l’unica vera, preziosa, evasione. Buon nuovo anno di letture a tutti!

Un commento su “I libri del 2020

  1. è sempre bello leggere cosa leggi. Leggerò Robecchi appena finisco il libro iniziato stamani.

I commenti sono chiusi.

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto