Ricerche tipologiche in aree di lingua tedesca

In questo articolo si propone una breve incursione nel vivace mondo del progetto di residenza urbana nelle aree di lingua tedesca. Attraverso l’analisi di tre (casi costruiti )interventi, realizzati negli ultimi quindici anni, cercherò di mostrare come alcuni temi comuni caratterizzino l’approccio del progetto di urban housing in Mitteleuropa, sia in coerenza con le più generali tendenze del progetto europeo, sia evidenziando alcune specificità di quest’area culturale.

Die Gestapelte Kleingartensiedlung

L’intervento progettato da Helmut Wimmer per la Arwag si trova al 114 di Breitenfurterstraße a Vienna; terminato nel 1993 e progettato in collaborazione con Vasko + Partner (strutture) e Schreiner–Kastler (artisti), comprende 188 alloggi. Il lotto di progetto di circa 8.000 mq, su cui vengono costruiti 13.495 mq di residenza con una densità di oltre 1,8 mq/mq, si trova in una zona periferica della città, caratterizzata dalla presenza di tessuto industriale ancora in gran parte (funzionante) attivo e residenza popolare a bassa densità. Questa parte di città è innervata da un’arteria radiale a scorrimento abbastanza intenso, Breitenfurterstraße, che delimita proprio l’area di intervento. L’intento esplicito di Wimmer in questo progetto e di coniugare alcuni obiettivi all’apparenza dicotomici: alta densità e giardini privati, edilizia libera e costruzione dell’affaccio urbano, privacy e vita comunitaria. In un certo modo proprio questa ambiguità di impostazione ne determina l’attualità dal punto di vista della ricerca nel progetto di housing urbano.

Cinque corpi di fabbrica paralleli, quattro di identica dimensione ed uno più corto e di maggior spessore, tutti alti cinque piani, vengono disposti ortogonalmente alla strada. La distribuzione dei quattro edifici principali avviene attraverso ballatoi che distano circa 2,5 metri dalla facciata; l’accesso agli alloggi è quindi mediato da una piccola terrazza quadrata che il progettista, non a caso, chiama vorgarten. Tutti gli alloggi sono caratterizzati da una zona giorno passante e a doppio affaccio, il cui prospetto opposto all’ingresso (affaccia) si apre su un’altra terrazza di dimensioni maggiori (circa 20 mq) denominata dal progettista vertikaler garten. Nella composizione dell’edificio le zone giorno sono alternate con una fascia dedicata alle zone notte e caratterizzata da un nucleo di servizio centrale che lascia liberi tutti gli affacci;. lLa differente divisione di queste parti permette di proporre diverse tipologie di alloggi senza modificare l’impianto generale del progetto. Il corpo di fabbrica di testa è invece distribuito a corridoio centrale e contiene residenze temporanee. L’affaccio sulla strada delle cinque testate cieche dei corpi di fabbrica è mediato da una facciata che raccoglie i principali sistemi di risalita e che collega tutti i ballatoi tra loro. Il sistema è protetto da una grande vetrata decorata con una serigrafia astratta dominata dal colore rosso e da un generico disegno a pixel. Questo grande apparato è evidentemente solo in minima parte giustificato dal ruolo di sistema distributivo, peraltro ridondante rispetto ai corpi scala già presenti nei singoli edifici, e trova forse la sua ragione più profonda nella costruzione di un grande prospetto urbano che, pur non rinunciando alla contemporaneità, tanto nel linguaggio quanto nell’approccio spaziale e percettivo, sembra evocare la dignitosa monumentalità delle grandi sidlungen di inizio secolo – in questo senso anche la scelta del colore rosso non appare affatto casuale.

Genossenschaftsgärtli ade!

Il progetto di EM2N si trova ai numeri 28–32 della Hegianwandweg (Zurigo). Dopo aver vinto il concorso indetto dalla cooperativa edificatrice Familienheimgenossenschaft Zurich nel 1998, gli architetti hanno iniziato il progetto nel 2000, svolgendo il cantiere tra il gennaio 2002 e l’aprile 2003. Per la realizzazione della Hegianwandweg Siedlung, la città ha ceduto un lotto di circa 13.000 mq nell’area di Wiedikon su cui vengono edificati, ad una densità di circa 1,1 mq/mq, 14.404 mq di superficie di pavimento destinati a residenza e funzioni accessorie. Oltre a 72 alloggi con dimensioni tra i 64 mq e i 139 mq e 79 posti auto interrati, il progetto prevede una seri di spazi comuni tra cui 7 stanze hobby, 2 atelier, una sala comune e un asilo.

Il programma è distribuito in 5 case plurifamiliari collocate su un basamento comune lungo oltre 135 metri che contiene il parcheggio interrato. Il progetto ha la chiara ambizione di riportare in un’area morfologicamente dispersiva un forte carattere urbano. Il rapporto tra il volume del parcheggio e i cinque volumi delle case con l’orografia e con l’intorno costruito, si offre infatti come un elemento di cerniera tra i diversi materiali urbani presenti. A questo fine vengo anche votati i numerosi interventi artistici realizzati contestualmente all’edifico . La copertura del parcheggio costituisce un grande spazio comune urbano di mediazione tra la città e le residenze, dedicato principalmente ai bambini.
Gli alloggi più grandi si distinguono per una mutevole suddivisione degli spazi: nessuna parete interna è portante e alcuni locali hanno pareti mobili . Tutti gli alloggi si trovano d’angolo e tutti sono dotati di grandi terrazzi, profondi 2 metri e lunghi fino a 15, caratterizzati da tende montate sul lato esterno che permettono di trasformare questi spazi in vere e proprie “stanze estive”.

In conseguenza delle precise richieste della committenza per un edificio durevole ed ecologico, il progetto, concepito in fase concorsuale per una costruzione tradizionale umida?, è stato realizzato con una tecnica mista cemento – legno. Dopo una valutazione preliminare svolta attraverso la redazione parallela di un progetto a tecnologia tradizionale ed uno interamente in legno si è optato per un sistema misto che prevede corpi scala portanti in cemento armato di dimensioni massime di 18 x 7 m a cui sono ancorate le solette con struttura portante a piastra in legno di abete rosso con spessore 20 cm che permette di coprire luci fino a 6 metri. I balconi sono sostenuti da travi a sbalzo in legno irrigidite da profili di acciaio di collegamento. Le pareti esterne sono costruite con una tecnica ad intelaiatura. I carichi dal soffitto vengono deviati sopra un architrave di legno impiallacciato. Questi sono sovrapposti a distanza massima di 2,90 m e sopportano così le forze da una trave all’altra. La scelta di una tecnologia mista ha permesso di limitare l’aumento dei costi di costruzione, rispetto ai cantieri tradizionali, al 3%, incrementando considerevolmente le prestazioni dal punto di vista della sostenibilità ambientale tanto nella costruzione quanto nella gestione degli edifici.

Russian dolls

Il progetto di Frötscher Lichtenwagner per un edifico nel Villaggio Olimpico di Innsbruck nasce dall’esito di concorso della quarta edizione del concorso europeo per giovani architetti EuroPAN svoltasi nel 1996. Il progetto viene commissionato dalla città di Innsbruck nel 2001 e il cantiere si svolge tra il novembre 2003 e il luglio 2006. Sulla superficie del lotto di progetto di circa 24.000 mq, vengono costruiti, con una densità di circa 0,9 mq/mq, 21.691 mq di superficie utile di pavimento, suddivisi tra residenza e molte altre funzioni. Il programma comprende infatti 78 alloggi di varie metrature e 27 alloggi di residenza assistita, una sala pubblica multifunzionale, un asilo, un day care centre e un centro giovani, un supermercato, un parcheggio interrato per 105 auto e una grande piazza pubblica.

Il lotto di progetto si trova all’interno del Villaggio Olimpico di Innsbruck, costruito in due fasi in occasione delle olimpiadi invernali del 1964 e del 1976. Il quartiere ospita circa 8.000 residenti in un ambiente fortemente monofunzionale, caratterizzato da una anonima edilizia in serie, da ampi spazi verdi privi però di qualsiasi urbanità e da una grave carenza di servizi. Fin dalla redazione del progetto di concorso per EuroPAN i progettisti hanno interpretato il tema come una sfida di carattere prettamente urbano. Il progetto propone un volume che dimensionalmente si rapporta con l’edilizia residenziale circostante ma che si costruisce con un‘enfasi formale assai più complessa. Un corpo basso affianca su due lati la nuova piazza, innalzandosi poi in forma di torre. Le funzioni pubbliche sono raccolte nel corpo più basso mentre nella torre si collocano le residenze. La torre è composta in realtà da due corpi di fabbrica affiancati, espediente escogitato inizialmente per raggiungere i 500 mq di superficie per piano ritenuti economicamente necessari, ma divenuto poi determinante nella composizione di tutto il progetto. Il taglio che divide le due torri, distribuite da un unico corpo scale, è largo 2,5 metri e caratterizza formalmente l’edificio, distinguendolo nettamente dal monotono edificato dell’intorno; il taglio prosegue orizzontalmente sul pavimento della piazza, creando una fessura lunga 114 metri che permette di giorno l’illuminazione naturale del parcheggio e che, di notte, diventa al contrario fonte di luce.
Nell’impossibilità di creare una piazza nel senso tradizionale del termine i progettisti hanno inteso lo spazio pubblico come una “piattaforma animata per la vita di tutti i giorni e per le attività comuni”. Tutti gli accessi al complesso sono rivolti verso questo spazio che è stato opportunamente connesso con i percorsi presenti nel quartiere; grande attenzione è stata dedicata all’illuminazione per incrementare qualità e uso dello spazio soprattutto nelle delicate ore serali. L’insieme delle funzioni pubbliche e dei servizi presenti nel complesso e degli oltre 100 alloggi è stato dimensionato per raggiungere la densità adeguata al nuovo spazio pubblico, valutando l’uso delle diverse funzioni alle diverse ore e per le diverse categorie sociali, garantendo in questo modo le qualità funzionali, sociali e di sicurezza proprie degli spazi pubblici urbani tradizionali.

Temi di progetto

La maggior parte dei progetti recenti di residenza urbana si collocano, per ovvie ragioni economiche, in aree urbane che possono essere ricondotte al più generale concetto di periferie, siano esse di nuova espansione, di completamento o, più frequentemente, di riconversione urbana. Le diverse condizioni urbane che caratterizzano le aree portano però solo in parte ad approcci progettuali differenti. Nella maggior parte dei casi i progetti si impegnano a costruire relazioni spaziali, visive e funzionali con l’intorno da riqualificare con un approccio alla composizione dell’edificio abbastanza simile. Osservando tanto gli edifici realizzati quanto le argomentazioni esposte dai progettisti, sembra emergere una comune metodologia di relazione urbana legata alla modificazione plastica di volumi semplici volta a determinarne il rapporto con il contesto. Queste modificazioni, effettuate con una più o meno accentuata indifferenza rispetto al contenuto tipologico e funzionale degli edifici stessi, sembrano prescindere dalle forme tradizionali del rapporto tra edificio e intorno, rivolgendosi ad una sintassi propria del progetto di paesaggio.

Un secondo tema che accomuna molti dei più interessanti progetti recenti di housing in Mitteleuropa è la ricerca di soluzioni realistiche e sostenibili di mixité funzionale. In questi progetti il tema della varietà funzionale, assai popolare nella teoria e (meno) nella pratica dell’housing urbano europeo degli ultimi decenni, viene affrontato da due punti di vista differenti anche se non alternativi. Quando le condizioni economiche e politiche, legate tanto alla committenza quanto alla pianificazione, lo permettono, i progetti si rivolgono ad una vera e propria mescolanza funzionale, introducendo oltre alla residenza numerose altre funzioni. In associazione o in alternativa a questa forma più classica di mixité, si ritrova un più generale ripensamento del rapporto tra spazio privato, comune e pubblico all’interno dell’edificio. Obiettivo è la costruzione di edifici–comunità che da un lato liberino lo spazio domestico privato da alcune attività e dall’altro accorpino spazi e risorse di più nuclei abitativi al fine di garantire l’accesso tanto alle funzioni sottratte allo spazio privato quanto a nuovi e più complessi servizi altrimenti eccessivamente onerosi sia sul piano economico che su quello ambientale.

Un altro tratto che accomuna molti dei progetti di housing urbano recente è l’approccio alla composizione del prospetto attraverso una progettazione fortemente grafica e rappresentativa delle facciate degli edifici. Nella maggior parte dei casi questo obiettivo viene perseguito introducendo una ostentata aleatorietà del prospetto, ottenuta a volte attraverso l’attribuzione di un forte valore compositivo a dispositivi di oscuramento la cui posizione è variabile e determinata dagli utenti, altre volte attraverso la variazione apparentemente casuale delle bucature.

Un aspetto che caratterizza in particolare il progetto di residenza in area Mitteleuropea è una particolare attenzione agli aspetti energetici e, più in generale, alla sostenibilità ambientale. Nel contesto della generale crescente sensibilità di tutti i paesi europei ai temi della sostenibilità i paesi di lingua tedesca si distinguono per la particolare diffusione dei principi di risparmio energetico e per la loro ampia integrazione nei processi edilizi diffusi.
Un ultimo tema degno di nota è sicuramente una comune tensione di molti progetti verso il concetto di flessibilità. La flessibilità ha assunto un ruolo centrale nel dibattito architettonico sul progetto della residenza ormai da molti anni continuando però a mantenere confini assai labili e definizioni poco operative. La forma di flessibilità alla scala dell’edificio che si può riscontrare in molti progetti è quella che potremmo chiamare flessibilità metodologica, attuata costruendo un rapporto tra sistema distributivo e maglia strutturale e impiantistica che permetta la distribuzione dei diversi piani introducendo varianti tipologiche con minimo impatto sul progetto generale. da un lato alla scala dell’alloggio alcuni progetti mirano a costruire edifici la cui configurazione tipologica interna sia mutabile nel tempo, fondamentalmente attraverso lo spostamento di muri divisori e il mutamento del perimetro delle singole unità, mentre dall’altro possiamo trovare molti esempi di progetti che enfatizzano la flessibilità d’uso degli spazi escludendo l’intervento edilizio a supporto delle mutate necessità.

Non si può quindi che confermare l’estrema vivacità del progetto di residenza delle aree di lingua tedesca, dove una ormai centenaria tradizione di ricerca e sperimentazione ed un efficace sistema che comprende i dipartimenti di wohnbau delle università tecniche, le cooperative edilizie, la committenza pubblica e una forte presenza dell’architettura nel dibattito culturale, portano ad un continuo innalzamento degli standard qualitativi dei progetti.

Originariamente pubblicato in: QA24 Casa e Città, Araba Fenice, Boves, 2012.

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