Non so cosa ti abbia portato qui, e ancora meno riesco a immaginarmi cosa ti spinga a rimanere, ma se mi stai leggendo lascia che ti dia il mio più caloroso benvenuto e anche qualche breve indicazione pratica.
Questo blog è un piccolo deposito dei vari pezzi di me, coltivato con intenti principalmente auto-terapeutici, nella speranza che raccontarmi mi tenga insieme. C’è sicuramente in tutto questo anche una componente di pudico esibizionismo, calmierata dal numero assai modesto di visitatori di questo sito.
Puoi trovare i miei pensieri in forma di piccoli testi (che in certi periodi ho pubblicato con ambiziosa regolarità ma che sono per lo più episodiche riflessioni derivanti dagli accadimenti spesso prosaici della mia vita), ma anche scritti un po’ più seriosi sulla casa, sull’architettura e sulla città, frutto della mia discontinua attività di ricerca para-accademica. Puoi trovare le playlist che costruisco e poi ascolto e alcune ricette di piatti che amo. Puoi anche trovare alcune delle fotografie che scatto con il telefono, raccolte in un progetto che io chiamo Urbagrammi, e una strampalata raccolta di micro-conversazioni con mio figlio.
Puoi esplorare questi variegati contenuti risalendo la linea del tempo di pubblicazione, nell’uso appunto dei blog, oppure selezionarli per tipologia o per tematiche, o ancora provare a fare delle ricerche.
Puoi anche commentare, se ti va, in calce a ciascun post, ma è una procedura un po’ all’antica che non vedrà l’immediata pubblicazione di quello che scrivi e che richiede la pazienza degli scambi epistolari dei tempi che furono.
È un luogo pubblico, cui tutti possono accedere senza filtri e senza selezione all’ingresso, eppure sufficientemente intimo da che mi senta libero di condividere qui molto di me. In tutti questi anni è stato un’isola felice, lontana dal berciare e dalle cattiverie di molti social. Fin che lo rimarrà, sarò felice di coltivarlo e di incontrarvi qui.
Un caloroso abbraccio e buona lettura,
Paolo.