La Castilla è la Spagna che non ti aspetti, paese dove il mare non si può neanche concepire, dove le vacanze goliardiche e le nacchere sono lontane e dove l’orizzonte infinito dell’altopiano ti spinge a chiuderti in una grotta ad arrostire un agnello. Poi, però, esci che si è fatta già notte e vedi stelle che non sapevi nemmeno che esistessero. Allora capisci che questa è la Spagna che pensavi se ne fosse andata con Don Quijote e con i pellegrini che marciano per Santiago; invece è ancora li che ti aspetta mentre, all’orizzonte, passa un gruppo di viandanti con la conchiglia al collo e tu inizi a cercare un signore di cui essere devoto e spontaneo Sancho. Questa zuppa la tiene tutta stretta dentro a se, questa Castilla senza compromessi, e ci vuole del coraggio a cucinarla e a mangiarla, coraggio da sfidare i mulini a vento. Qui, senza dubbio un rosso Ribiero del Duero o, potendo, uno di quei vini inarrivabili che laggiù si producono: forse, con una gustosa forzatura, un Vega Sicilia Unico.
Ricetta tratta da Mangiare è innocente: 30 ricette per i miei primi trent’anni.
Ingredienti
- 150g di pane bianco raffermo
- 3 spicchi d’aglio
- 100g di Prosciutto crudo
- 20 cl di Olio extravergine d’oliva leggero
- 1 cucchiaino di pimentón dulce
- 4 uova
- acqua e sale
Preparazione
Pela e trita gli spicchi d’aglio, taglia il pane in fette e il prosciutto in cubetti. Metti sul fuoco un tegame con l’olio, soffriggi l’aglio senza che si dori, aggiungi il prosciutto e poi il pane; mescola e aggiungi la paprica facendo attenzione che non bruci. Bagna con l’acqua e aggiusta il sale; lascia cuocere per qualche minuto poi versa in un tegame di terracotta per ogni commensale. Rompi un uovo al centro di ogni tegame e cuoci al forno fino a che l’albume non è Completamente rappreso. Servi molto caldo.