L’Armando in tivvù

Sapete una cosa strana? Ieri ho visto l’Armando in tivvù.

Avete presente l’Armando, quel signore gentile che, a scapito di qualsiasi ragionevolezza di specie, è, con ogni evidenza, il papà della Pimpa?

Beh, quel signore ieri sera era sulla tivvù nazionale. Era li seduto e sorrideva. Quel sorriso complice che fa sempre quando la Pimpa la combina grossa; mancava solo che facesse l’occhiolino.

Certo, non aveva l’inseparabile cappello verde e si era tagliato i baffi, ma sono sicuro: era lui.

Tutt’intorno gli abitué si agitavano e starnazzavano. Un signore straincravattato sciorinava funambolico decimali e percentuali, staparlava nel tentativo un po’ donchisciottesco di riportare la matematica allo status di opinione. Il chierichetto seduto sugli spalti si guardava intorno con un ghigno un po’ maligno: dovrebbe aver perso, ma pare aver vinto. L’architetto col belletto tutto sommato pareva soddisfatto. In collegamento gli arrabbiati apparivano piuttosto malmenati e sbraitavano allarmati per l’imminente invasione bolscevica.

E intanto l’Armando si dava un contegno, cercava di non ridere come un matto. Ma lo vedevi che gli costava fatica, che si nascondeva dietro alle dita.

Che qualcuno avverta Altan! Chiamate la Pimpa e la gatta Rosita! Avvisateli, l’Armando è scappato, ha parcheggiato in via Feltre e è andato a trovare il Gad in tivvù.

Alla fine una signora, con il viso tirato sotto al cappello fatto di lacca, salta fuori e dice la sua. Parla per lunghi minuti e riesce a non dire niente di niente, la cosa più curiosa è che nessuno più la ascolta.

Il problema è presto detto: è successo un Quarantotto.

In effetti ci chiedevamo tutti: cosa fa l’Armando ogni giorno? Dove passa il tempo un po’ lento in cui la Pimpa scorrazza qua e la?

Ora lo sappiamo: va in giro in città a raccogliere voti e mietere consensi. E adesso è arrivato in tivvù. E ride.

La cosa più strana è che sembra normale, così tanto normale. Parla perfino un po’ male. E ride.

Non aveva i petroldollari, i tiggì e i seipertrè. Ha fatto carte quarantotto e adesso è in tivvù, anche se sembra li un po’ per caso. E ride.

E noi, da ieri stasera, ridiamo con lui.

Un commento su “L’Armando in tivvù

  1. Ma se vogliamo che continui a ridere, e noi con lui, per i prossimi cinque anni e oltre, dobbiamo mobilitarci tutti: Pimpa, pescenonno, il pinguino, il cavallino selvaggio, il merlo fischiatore, il pavone Alfonso, l'anatroccolo Alì, l'elefantino giallo (non quello di radio Londra)……Tutti, proprio tutti. Anche noi.

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