Riflessione amara, dettata dalla pancia, di cui quindi quasi certamente mi pentirò. Ma scrivere mi aiuta sempre a farmi passare le arrabbiature.

Come padre che a suo tempo fu uno studente liceale discontinuo e svogliato, osservo con ammirazione mio figlio che è invece inspiegabilmente uno studente giudizioso e dagli ottimi risultati. Non meno ammiro mia figlia, che ha superato l’impatto devastante della pandemia sulla sua vita adolescente con una “sbandata controllata” tipo Doc Hudson sul circuito di terra di Radiator Springs.

Al contempo osservo con sconcerto i docenti (forse non tutti, ma purtroppo molti) demolire la motivazione dei ragazzi e la loro fiducia nelle istituzioni, esercitando potere discrezionale per il gusto di farlo e severità a caso che neanche il sergente maggiore Hartman nelle sue vette più alte.

Chissà perché fanno così. Forse si sentono depositari del dovere di preservare una supposta cultura alta dallo sfacelo della modernizzazione e della massificazione. Forse pensano che solo a legnate (metaforiche) si possa formare la classe dirigente di domani (che però, se andiamo avanti così, al massimo avrà da dirigere il traffico, ma questa è un’altra storia). Forse riversano sui malcapitati studenti frustrazioni professionali e finanche personali.

O forse hanno ragione e faranno dei miei figli persone migliori e sono io a non capire niente. Chissà.

Intanto, naturalmente, con i figli (che tanto non leggono Facebook, che è roba da boomer) tengo il punto e difendo la scuola sempre e comunque. In questo aiuta, per fortuna, qualche docente straordinario che ancora sa far innamorare i ragazzi del sapere. Ma, credetemi, il dubbio che stiamo sbagliando molto, se non tutto, mi rimane.

A seguito di questo piccolo sfogo pubblicato su Facebook, si è sviluppata una interessante discussione con la comunità dei miei amici più o meno virtuali. Posizioni anche diverse sulle possibili (o anche solo auspicabili) soluzioni, ma unanime mesta presa d’atto della situazione attuale. A proposito: sarà anche una bolla, ma è la mia bolla e le voglio molto bene.

Di licei, di Doc Hutson e del sergente maggiore Hartman

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