La camicia a righe

A Milano, a luglio, fa caldo.

Allora, chi può, se ne va. In montagna, al mare, in campagna o in collina.

In villeggiatura.

Che non è la vacanza. È diverso. La villeggiatura si fa in una casa, se possibile di proprietà, se no in affitto per lunghi periodi. Si parte con tutto l’armamentario: vestiti, attrezzature, computer, cibarie. La villeggiatura è una forma di nomadismo.

Chi non può, rimane in città. Al caldo.

E il venerdì sera arriva, con i pantaloni stropicciati e la camicia a righe segnata dal sudore. La faccia ancora affaticata dal caldo, ma gli occhi sollevati dal fresco improvviso.

Io me lo ricordo, quando ero quello che aspettava.

L’altra sera aspettavano me. Non metterò mai camicie a maniche corte, ma il resto tutto uguale. Che impressione.

È che il tempo passa, e io non sono preparato.

Leggo libri e scopro che i miei ricordi sono già oggetto di racconti più o meno nostalgici. Come se ci fosse qualcosa di esotico nei gettoni di ottone della SIP (Società Italiana Pelefoni?), nelle cabine telefoniche, nelle schede prepagate. Come se rivestisse qualche tipo di interesse il golf sulle spalle, l’aranciata Sanpellegrino o le scarpe Nike.

Ospito nel mio studio ex studenti, stagisti e profughi vari. Accolgo ogni anno nuovi studenti al primo anno. Loro hanno sempre la stessa età, io no. Quando ci penso, questo lento ma inesorabile movimento mi fa girare la testa.

Guardo da fuori le cose e mi sembra di essere dalla parte sbagliata. Questo è grave.

Il giorno che mi presenterò alle porte di una discoteca, con le Nike ai piedi, il golf sulle spalle e un’aranciata Sanpellegrino in mano, qualcuno di voi mi fermerà?

p.s.: La SIP è la Società Idroelettrica Piemonte, e questo lo sappiamo. Ma l’ENEL è l’Ente Nazionale Energia Lettrica?

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