La poesia costa poco

C’è una ragazza sdraiata sul lenzuolo bianco, alla mattina. È incredibilmente grassa, ma potrebbe essere carina; è grassa di una grassezza informe e innaturale. Si alza e parla e canticchia, francamente pare pazza. Eppure si muove con una certa grazia.

Altrove c’è un’altra ragazza, che da informazioni con voce che imita un computer che imita una ragazza che da informazioni. Dice cose strane, a tratti incomprensibili, a tratti vere. Risponde, parrebbe, alle sollecitazioni.

Poi ci sono dei quadri che incorniciano il mondo e le apparizioni fugaci di una terza ragazza. La gente si avvicina perplessa.

Nel cielo azzurro, di una limpidezza chimica e novembrina, saetta immobile un cordone fatto di stracci bianchi.

Un signore vende cinghie da camion, cingoli per sciare sull’erba e suppellettili cingalesi. Si trovano sui banchetti tazze e tazzine, libri e libretti, spaghi e spaghetti. Non capisco se sia più improbabile pensare che qualcuno possa vendere delle cose del genere, o che qualcuno possa comprarle.

 

Un registratore appollaiato su un trespolo di tubi di cartone racconta storie. Altrettanto fanno piatti e bicchieri.

Intanto la ragazza grassa è salita sopra a una specie di tavolino (di tubi di cartone). Sembrerebbe inscenare uno spogliarello, ma mi pare improbabile. Eppure. Ogni volta che si toglie un vestito diventa qualcun altro. È donna, è Madonna, è ballerino o forse torero. Deve costare molta fatica essere tante persone, che la ragazza si smagrisce a vista d’occhio. Attenzione! Quasi cadeva. E intanto intorno alla ragazza che da informazioni e al suo banchetto (di tubi di cartone) si è assiepato un piccolo gruppetto di curiosi che chiedono, contestano, dibattono, ridono. E intanto le cornici, appese dondolanti a un baldacchino semovente (di tubi di cartone) raccolgono sequenze di volti, di paesaggi, nature morte di oggetti che forse, entro sera, saranno di nuovo vivi.

Si possono comprare scarpe, computer, mutande, pentole, magliette, biciclette, una macchina per fare la raclette. Una giovane indignata vende una statuetta di un corpulento omaccione intento a defecare, con tanto di sonoro che ne evidenzia l’estro di scoreggione. Un signora guarda scuotendo la testa, forse meno giovane ma, si direbbe, non meno indignata.

Dove c’era la ragazza delle cornici ora ci sono solo passanti distratti, mentre lei è un poco più in la, in cerca di nuovi volti, nuovi paesaggi, nuovi oggetti. Le informazioni erogate dall’informatrice zelante sono sempre più complicate, ingarbugliate, strampalate. La ragazza, riposata, si è di nuovo ingrassata.

Alla fine tutte quante se ne vanno, portandosi via gli strani trespoli con cui si erano presentate. Rimane il mercato, ancora per qualche ora, e gli stracci ad aspettare la sera.

 

Alcune di queste cose succedono tutte le domeniche mattina, al mercato delle pulci di piazza Alfieri, alla Bovisa. Alcune di queste cose sono successe questa domenica mattina, che c’era anche il Mercato Invisibile, in piazza Alfieri, alla Bovisa.

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto